Lezioni di Geometria Franco Ghione |
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Sfere e circonferenze Abbiamo visto una proprietà, traducibile in termini vettoriali, che caratterizza tutti e soli i punti di una sfera di centro C e raggio r: un punto P dello spazio appartiene alla sfera di centro C e raggio r se e solo se la sua distanza da C è uguale a r, condizione questa che si riduce a dire che il modulo del vettore CP è uguale a r. Questo conduce, una volta che sia fissato un sistema di riferimento cartesiano, all'equazione nella quale i numeri a,b,c indicano le coordinate cartesiane del punto C. È anche possibile descrivere i punti di una sfera con equazioni parametriche. Queste equazioni mettono in corrispondenza biunivoca (e bicontinua) i valori di una coppia di parametri con i punti della sfera. Poiché la sfera rappresenta il modello geometrico col quale descrivere la volta celeste e la terra queste "coordinate sferiche" sono state introdotte in tempi antichissimi e tutt'oggi mantengono essenzialmente lo stesso carattere. Per poter rappresentare con una coppia di numeri i punti di una sfera, così come si fa nel piano quando si introducono le coordinate, occore fissare un "sistema di riferimento". Nel caso della sfera occorre fissare un cerchio massimo 1 che diremo equatore, un polo e una linea meridiana cioé un cerchio massimo che passa per il polo. Questi due cerchi sono l'analogo degli assi cartesiani e il punto A in cui si incontrano l'analogo dell'origine del riferimento. ![]() Se P è un qualunque punto della sfera, consideriamo il cerchio massimo che passa per P e per il polo e consideriamo il punto S nel quale tale cerchio interseca l'equatore. L'angolo a definito dall'arco AS è uno dei due parametri e si chiama (con linguaggio geografico) longitudine del punto P, mentre l'angolo b definito dall'arco SP si chiama latitudine del punto P della sfera. ![]() L'angolo a si prende compreso tra -p e p
mentre l'angolo b tra -p/2 e p/2. Nel linguaggio classico, gli angoli
venivano misurati in gradi, un grado è la 360 parte di un angolo giro e, mancando la
considerazione dei numeri negativi, per denotare angoli positivi o negativi venivano usate le parole: "a
gradi di longitudine est" vuol dire
longitudine +a mentre "a gradi di longitudine ovest" vuol dire
longitudine -a. In questo modo l'angolo
a è sempre compreso tra 0 e 180 gradi. Analogamente per le latitudini: il termine "nord" vuol dire "+" mentre il termine
"sud" vuol dire "-". L'uso dei numeri negativi, ovviamente, non aggiunge nulla al contenuto descrittivo del modello, ma semplifica di molto i calcoli
che altrimenti debbono ogni volta contemplare i vari casi possibili. ![]() Abbiamo OP = OP' + P'P e P'P = r sin(b)k, mentre, guardando sul piano equatoriale, troviamo ![]() OP' = |OP'|cos(a) i + |OP'|sin(a) j) e tenendo conto che |OP'| = r cos(b) abbiamo e quindi, uguagliando le componenti, otteniamo le equazioni ![]() che esprimono le coordinate cartesiane di un punto della sfera di longitudine a e latitudine b. Queste equazioni definiscono, come abbiamo detto, una corrispondenza biunivoca tra i punti di un rettangolo e i punti della sfera ![]() a ogni punto P della sfera corrisponde il punto T=(a,b) del rettangolo e viceversa a ogni punto del rettangolo corrisponde il punto della sfera con latitudone a e longitudine b. La figura seguente riporta nel rettangolo i corrispondenti punti della terra. Questa immagine da un'idea di come agisce la trasformazione. ![]()
![]() Abbiamo CP = r cos(t) e + r sin(t) f e quindi se O è l'origine delle coordinate il vettore fornisce le coordinate del punto P al variare del parametro t. Notiamo che in questa formula ogni parte è espressa in termini dei dati del problema: OC è noto perché sono note le coordinate di C =(x1,y1,z1) , e = e1i + e2j + e3k e f = f1i + f2j + f3k sono noti perché è dato il piano q e quindi è possibile calcolare una base ortonormale dello spazio dei suoi vettori, r è dato e t è il paramtro al variare del quale si ottengono tutti i punti della circonferenza. Le equazioni che si ottengono sono le equazioni parametriche della circonferenza ![]() Volendo trovare delle equazioni cartesiane della circonferenza, dobbiamo trovare due superfici che si intersecano lungo la data circonferenza. Vi sono ovviamente moltissime possibilità: una di queste, particolarmente semplice consiste nel prendere la sfera di centro C e raggio r e il piano q. Se ax + by + cz = d è l'equazione cartesiana del piano allora le soluzioni (x,y,z) del sistema in due equazioni e tre incognite ![]() danno le coordinate dei punti che si trovano sia sulla sfera che sul piano e quindi i punti che si
trovano nella loro intersezione che è appunto la data circonferenza. ![]() La spazio dei vettori del piano dato è lo spazio W = Span(i+j+k)^ e, come base ortonormale possiamo prendere i vettori ![]() Le equazioni parametriche della circonferenza sono dunque ![]() cioé ![]() Le equazioni cartesiane della circonferenza sono invece ![]() Un altro modo per rappresentare le coordinate di un punto di una circonferenza in funzione di un parametro si ottiene tramite la così detta proiezione stereografica. Consideriamo ancora una base ortonormale e ed f dello spazio dei vettori del piano della circonferenza e sia C il suo centro. Proiettiamo i punti della circonferenza sulla retta passante per C con la direzione di e a partire dal punto S. Stabiliamo in questo modo una corrispondenza biunivoca tra i punti T della retta e i punti P della circonferenza (tranne il punto S a cui corrisponderebbe un "punto all'infinito"). Per scrivere le equazioni di questa proiezione scegliamo un sistema di riferimento cartesiano sul piano della circonferenza: sia (C,e,f) tale sistema di riferimento (il centro C della circonferenza è l'origine e i vettori e ed f sono una base ortonormale per i vettori del piano). Scegliamo anche come unità di misura il raggio della circonferenza data e chiamiamo u e v gli assi coordinati. ![]() In questo sistema di riferimento, abbiamo come coordinate i valori seguenti: C= (0,0), S=(0,-1) e T=(t,0). La retta ST ha equazione ![]() mentre la circonferenza L'intersezione della retta con la circonferenza produce il punto S (che non interessa perché è un punto fisso) e il punto P le cui coordinate dipendono biunivocamente da t. Risolviamo il sistema, ricavando la v dall'equazione della retta e sostituendola nell'equazione della circonferenza. Troviamo così una equzione di secondo grado nella sola incognita u che ha la soluzione u=0 (che corriusponde al punto S che non interessa) e la soluzione u=2t/(1+t2) che è l'ascissa del punto P. Usando l'equazione della retta possiamo trovare l'ordinata di quel punto v = (u/t)-1. In definitiva abbiamo le equazioni ![]() Ricordando la definizione di coordinate cartesiane osserviamo che il vettore CP = u e + vf e quindi se questi vettori sono dati in termini della base i,j,k abbiamo, nel sistema di riferimento (O,i,j,k), le equazioni ![]() Le formule che abbiamo ottenute associano ad ogni valore del parametro t un punto della circonferenza: esse sono sempre definite perché 1+t2 non è mai nullo. La differenza con le equazioni precedenti, che esprimevano le coordinate di un punto della circonferenza usando le funzione seno e coseno (funzioni trascendenti), è che ora le funzioni in gico sono funzioni razionali e possiamo calcolare, per ogni valore di t le coordinate di un punto della circonferenza operando, con le sole le operazioni di somma, prodotto, sottrazione e divisione, su un numero finito di dati. Se ad esempio t è un numero intero o razionale il punto della circonferenza che troviamo ha coordinate razionali: per t=2, ad esempio troviamo il punto (4/5,-3/5) per t=1/2 il punto (4/5,3/5). Questa rappresentazione dei punti di una circonferenza ha grande importanza anche i teoria dei numeri: il problema ad esempio, di trovare due numeri interi a e b tali che la somma dei loro quadrati sia il quadrato di un numero intero, cioé il problema di trovare le soluzioni intere dell'equazione diofantea a2 + b2 = c2 si risolve facilemente prendendo
e dando a t valori interi. Le terne che si trovano sono dette terne pitagoriche perché corrispondono ad atrettanti triangoli
rettangoli coi lati interi. Sono ad esempio terne pitagoriche le terne (4,3,5), (6,8,10), (8,15,17) ecc.
![]() Questa corrispondenza è biunivoca e fa corrispondere a un punto T del piano (punto che dipende da due parametri liberi) un ben determinato punto della sfera dato che una retta incontra la sfera in due punti: uno è S che è fisso e l'altro è P che dipende da T. Per determinare le relazioni analitiche che descrivono questa proiezione dobbiamo fissare un sistema di riferimanto cartesiano. Prendiamo l'origine O del sistema nel centro della sfera, il piano equatoriale come piano x,y e l'unità di misura uguale al raggio della sfera. In questo sistema di riferimento il punto S ha le coordinate S=(0,0,-1), il piano equatoriale ha equazione z=0 , un suo punto T ha le coordinate T=(a,b,0) ![]() e la sfera ha equazione cartesiana Per trovare le coordinate del punto P in funzione di a e b scriviamo le equazioni parametriche della retta ST e intersechiamo questa retta con la sfera. Se t è il parametro che descrive i punti della tetta ST, abbiamo le equazioni ![]() sostituendo questi valori nell'equazione della sfera, troviamo il valore del parametro t corrispondente a un punto della retta che appartiene anche alla sfera. Abbiamo t[(a2 + b2 + 1)t -2] = 0 La soluzione t=0 corrisponde al punto S che non ci interessa, mentre la soluzione t=2/(1+a2+b2) corrisponde al punto P che cerchiamo. Le coordinate di P sono dunque le coordinate del punto della retta ST che corrispondono a questo valore del parametro. Con facili conti troviamo ![]() Queste equazioni danno, per ogni scelta dei parametri a e b, un punto della sfera mediante funzioni razionali. Ad esempio per a=1 e b=2 troviamo
il punto P=(1/3,2/3,-2/3) che è un punto della sfera dato che la somma dei quadrati di questi tre numeri fa 1. ![]() Queste immagini che esemplificano diversi modi di rappresentare i punti della terra mediante equazioni
parametriche sono state prese dal sito www.geometrie.tuwien.ac.at/karto/
dove si trovano diverse altre rappresentazioni parametriche usate in geografia.
![]() La figura precedente rappresenta la proiezione stereografica dal polo sud sul piano equatoriale, della semisfera
visibile da un punto della terra a una latitudine di circa 42 gradi. ![]() Questa figura rappresenta, con la stessa proiezione stereografica precedente, l'immagine, sul disco dell'astrolabio, del cerchio dell'eclittica dove avviene il moto apparente del sole nel corso dell'anno e delle stelle dell'orsa maggiore. Nel centro dell'astrolabio è posizionata la stella polare per cui ruotando questo disco si simula la rotazione apparente delle stelle e del sole nel cielo. Sovrapponendo i due dischi si può trovare la posizione del corpo celeste sulla semisfera che rappresenta la volta celeste visibile alla data latitudine. |