Lezioni di Geometria Franco Ghione |
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Le fibre di una applicazione lineare. Una applicazione lineare, un morfismo di uno spazio vettoriale V in uno spazio
vettoriale W è innanzi tutto una applicazione L dell'insieme V nell'insieme W ![]()
che, come abbiamo visto, conserva la struttura vettoriale. In questo capitolo vogliamo studiare la "forma" della applicazione lineare, la sua struttura. Vogliamo capire in cosa si differenziano, come si descrivono, con quali immagini possiamo averne una idea intuitiva. ![]() Le fibre, sono dei sottoinsiemi di V che possono essere vuoti (se w non appartiene all'immagine di L) ma che, in generale ricoprono tutto V e non hanno punti in comune (dimostrazione). Esistono essenzialmente 4 tipi di morfismi che possiamo rappresentare schematicamente con le 4 immagini seguenti. In tutte, dominio è uno spazio V grigio, il codominio uno spazio W rosa, e la legge che fa passare dal dominio al codominio è la proiezione verso il basso lungo la verticale. ![]() Nella prima figura l'applicazione è iniettiva l'immagine di L è uguale al codominio W e L è una corrispondenza iniettiva e suriettiva, le fibre sono formate da un singolo punto; l'applicazione è biunivoca o, come anche si dice, uno a uno: a un punto di V corrisponde un punto di W e, viceversa, un punto di W proviene da un unico punto di V. Nella figura accanto l'applicazione è ancora iniettiva, l'immagine di L, che si denota con Im L, è però un sottoinsieme proprio di W (è precisamente un sottospazio vettoriale del codominio) e la fibra su w è vuota, se w non appartiene all'immagione di L, un punto in caso contrario. ![]()
In queste figure invece le fibre sono infinite e sono formate dagli infiniti vettori che si trovano sui "binari" verticali di V. Nella prima figura il morfismo ha delle fibre infinite ed è suriettivo, mentre nel secondo caso il morfismo ha sempre delle fibre infinite ma non è suriettivo.
e dunque le soluzioni sono gli elementi della fibra di L su b. ![]() L'importanza di questo sottoinsieme di V consiste nel fatto, cruciale, che esso, a differenza di tutte le altre fibre,
è un sottospazio di V: se prendiamo cioè due qualunque elementi v1 e v2 di Ker L e li combiniamo
linearmente tra loro, troviamo ancora elementi di Ker L. Infatti comunque si prendano gli scalari a1 e a2 il vettore
a1v1 + a2v2 è ancora un elemento del nucleo dato che, essendo L lineare, dal momento che L(v1) = 0 e L(v2) = 0. Questo fatto ci permette di applicare
allo spazio vettoriale Ker L tutti i concetti che abbiamo introdotto in generale per gli spazi vettoriali. In particolare Ker L ha una dimensione e
può essere descritto con una base. La sua dimensione è legata alla dimesione dell'immagine dell'applicazione lineare L da un fondamentale
teorema del quale ora diamo l'enunciato e la dimostrazione. Questo teorema ci permetterà di capire esattamente la forma del morfismo e quale dei 4 casi raffigurati precedentemente sia quello in esame. Dimostrazione Abbiamo in questo modo costruito q + r vettori di V : {u1, u2, ... , uq, v1, v2, ... , vr}. ![]()
Dimostriamo ora che questi vettori sono una base di V. applicando l'applicazione L otteniamo, dato che L è lineare e che L(ui) = 0 (i=1,2,...,q) ma, dato che i vettori wj (j=1,2,...,r) sono vettori di W linearmente indipendenti, ciò può avvenire se e solo se b1 = b2 = ... = br = 0. Tornando alla realzione iniziale, se le b sono nulle, resta e, dato che anche i vettori ui (i=1,2,...,q) sono vettori (di V) linearmente indipendenti, ciò significa
che anche le a sono tutte nulle. In definitiva la sola possibile combinazione lineare del vettori u e v è quella
banale, quindi tali vettori sono linearmente indipendenti. = L(b1v1 + b2v2 + ... + brvr) facendo la differenza troviamo perciò il vettore v - (b1v1 + b2v2 + ... + brvr) si trova nel nucleo di L e come tale si scrive come combinazione lineare dei suoi generatori e , in definitiva, come volevamo dimostrare.
Questa applicazione è chiaramente lineare e Im L = R2. Il suo nucleo ha quindi dimensione 1 dato che
dim Ker L = dim V - dim Im L = 3-2 = 1. Possiamo rappresentare questa proiezione con una immagine mentale del tutto fedele a questa situazione. Identifichiamo la terna (x1,x2,x3) con un punto dello spazio cartesiano (lo spazio cioé nel quale sia stato fissato un sistema di riferimento cartesiano) che abbia quella terna come coordinate e identifichiamo la coppia (y1,y2) con il punto del piano z=0 di coordinate (y1,y2,0). Fatto questo, l'applicazione diventa la proiezione ortogonale di un punto dello spazio sul piano orizzontale z=0. Il nucleo è formato dai punti dell'asse z e la fibra sul punto (y1,y2) del codominio è formata dai punti (y1,y2,t) al variare di t. Questa fibra è dunque una retta parallela all'asse z. Osserviamo che Ker L è l'unica fibra che sia anche uno spazio vettoriale dato che le altre fibre non contengono il vettore nullo e quindi non possono essere un sottospazio vettoriale di R3. ![]() che trasforma il vettore numerico (x1,x2,...,xn,y1,y2,...,ym) di Rn+m nel vettore numerico (y1,y2,...,ym) di Rm. Anche questa applicazione, che si vede subito essere un morfismo, è suriettiva e il suo nucleo è formato dai vettori (x1,x2,...,xn,y1,y2,...,ym) tali che y1=0,y2=0,...,ym=0. La sua dimensione è quindi n e una sua base è formata dai primi n vettori della base canonica di Rn+m. Di questa situazione non possiamo farci una immagine completa dato che gli spazi vettoriali che entrano in gioco possono essere di dimensione molto grande tuttavia possiamo immaginare la situazione cogliendone la sostanza con la nostra precedente terza figura: morfismo suriettivo e fibre infinite.
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Questo teorema ci dice essenzialmente che conoscendo il nucleo, per trovare i vettori di una particolare fibra L-1(w) basta trovare un solo particolare vettore di quella fibra. Se infatti Ker L = Span(u1,u2, ... ,uk) allora i vettori di L-1(w) sono tutti e soli i vettori z della forma al variare dei parametri a1, a2, ... ,ak che possono essere scelti liberamente e indipendentemente uno dall'altro. In particolare i vettori di due diverse fibre possono essere messi in corrispondenza biunivoca tra loro. Possiamo dire che, se il nucleo è di dimensione k, le fibre, pur non essendo spazi vettoriali, sono tutte formate da
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